Sito n° 53

Carmelo

 

PERCORSO ITINERARIO ARTISTICO

 

 

Carmelo Baronchelli era un noto partigiano di Villa d’Ogna che quella tragica mattina del 14 Luglio 1944 insieme ad altri giovani del paese si trovavano nella zona della stalla Casale, da dove era possibile vedere sia la contrada di Valzurio che tener sotto controllo il ponte di Villa d’Ogna da dove provenivano alcune delle truppe tedesche già dall’alba.

INPUTS: (PARTIGIANO)

Nel pomeriggio del 14 luglio 1944, dopo perquisizioni, saccheggi e requisizioni, uno dei militari della R.S.I., guardando con il cannocchiale, notò del movimento nei pressi della “stalla Casale”: era il partigiano Carmelo Baronchelli, 34 anni, ex granatiere di Sardegna, reduce dal servizio militare. Carmelo stava scendendo dalla montagna in direzione del paese per assicurarsi che il suo curato, don Bonanomi, non fosse stato toccato dalle perquisizioni fasciste. Colto di sorpresa, cercò di nascondere le bombe a mano che teneva con sé, ma, dopo essere stato perquisito e disarmato, venne fucilato. Prima di morire riuscì a mettersi al collo la corona del Rosario e ad urlare a gran voce: “Viva l’Italia, viva la mia Italia”.

Estratto dal video reportage (VALZURIO BRUCIA) per gentile concessione dell’autore Giorgio Fornoni.

Fratelli Polini testimoni dei fatti raccontano l’assassinio del Carmelo. Estratto dal video reportage (LA NOSTRA GUERRA).

 

La congiura dell’oratorio

Il 17 settembre 1943, una quarantina di giovani di Villa d’Ogna, tennero all’oratorio un’adunanza che, sotto la guida del curato, decise di continuare la lotta dalla montagna e di fare qualunque cosa, pur di non collaborare con l’invasore straniero e col nuovo nemico interno, la cosiddetta Repubblica di Salò. Tra i presenti c’erano anche tre ebrei. Perché non fossero abbandonati a se stessi ed esposti ai pericoli della rappresaglia, il curato organizzò una formazione locale, a cui mise a capo Carmelo Baronchelli. Il giorno dopo si ritirarono alle baite del Möschel, fissando in Valzurio la stazione di rifornimento.

La Casa del Curato, sede degli incontri organizzativi del Movimento Partigiani.

La popolazione di Villa d’Ogna fu generosa e solidale, e anche la Manitattura Festi Rasini. Mentre si stabilivano i collegamenti con i comitati di resistenza della Provincia. non fu possibile, in un primo tempo, avere dotazioni di armi ma, in compenso, si ebbero contributi in danaro coi quali vennero assicurate abbondanti derrate alimentari. La speranza assai diffusa che la guerra sarebbe finita di li a poco, fece passare in secondo piano il problema delle armi. Purtroppo non fu così.

 

 

Carmelo Baronchelli era quindi indicato come il capobanda del gruppo di ribelli di Villa d’Ogna che pur consapevoli dei rischi a cui andavano incontro, avevano chiesto e ottenuto di aggregarsi alle formazioni clandestine. Ormai ogni baita, ogni anfratto, ogni fenditura di roccia defilati alla vista, erano diventati nidi di resistenza armata. I partigiani e la popolazione iniziavano in quei giorni ad aver nel cuore la speranza di una vicina conclusione della lotta di resistenza.
Per un po’ di tempo infatti, in Villa d’Ogna circolavano liberamente i partigiani di sera e di notte. Solo dopo alcune settimane, i repubblichini della “Macerata”, accampati a Clusone hanno incominciato a mandare quasi ogni giorno delle pattuglie.

A questo proposito, il diario di Don Bonanomi il parroco del paese registra un episodi significativo che riportiamo integralmente:

 «Con Baronchelli Carmelo sto sistemando la radio clandestina in un posto che possa essere sentita bene e comodamente, senza dar nell’occhio ai ragazzi frequentanti l’Oratorio, ignari di quanto si faceva con il movimento partigiano. Suona il campanello alla porta. Fermo Carmelo con la radio sulle braccia dietro la porta della prima sala; la chiudo accuratamente e, attraverso il piccolo corridoio, apro la porta centrale della casa. Tre militi repubblichini, senza nemmeno salutare, mi intimano di consegnare la radio. Mi fingo sorpreso di questa richiesta, dato che radio denunciate io non ne avevo e dell’esistenza di questa clandestina, nessuno era a conoscenza, se non i partigiani del cui segreto ero sicuro; rispondo: Io non ho radio; vi siete sbagliati, confondendomi con il Parroco che ha una radio regolarmente denunciata. Vi accompagno subito da lui e, sbattendo forte la porta per far capire a Carmelo che ero uscito in cattiva compagnia, li accompagno dal Parroco che premurosamente consegna ai richiedenti la sua radio, nonostante fosse in regola con la denuncia e con le tasse. Molte settimane dopo, egli viene chiamato a Clusone e severamente ammonito di non ascoltare più radio Londra, pena la requisizione definitiva e altre più gravi sanzioni tra cui l’arresto. Questo era il clima in cui si viveva in quel periodo…».

 

Hai qualche documento o storia che riguarda questo sito e ti farebbe piacere condividerla?

I progetti sono in continuo sviluppo, aiutaci ad arricchire il Percorso Itinerario Artistico con un tuo contributo. Anche la tua opinione per noi è importante, ci permette di capire se stiamo facendo un buon lavoro e se possiamo sognare di realizzazare tutti i progetti del PIA per Villa d’Arte 2023.

Scrivici

I nostri Sostenitori